Spok Frevo Orquestra

Il loro nome ricorda lo spazio-interstellare, ma la loro musica semplicemente il Brasile. Famoso per il carnevale in genere ha al suo interno molte sfaccettature, diverse e affascinanti insieme.

A Potenza Picena è toccata la festa del frevo, musica suonata e ideata per il carnevale Pernambucano di Recife a nord-est del paese carioca. L’orchestra o meglio l’orquestra ha portato una fresca ventata di gioia e di ritmo per un concerto che i pochi (purtroppo) presenti hanno apprezzato e alla fine ballato insieme alla band. All’interno del concerto, inoltre, il leader del gruppo ci ha illustrato con delle brevi esecuzioni le varianti del frevo e le occasioni in cui si esegue quel particolare tema; caratteristica quella detta a bafo dove le bande che si incontrano per strada fanno una sorta di gara di volume per coprire l’altra che sta arrivando. Lo spettacolo poi si è concluso con un frevo de rua e scesi in piazza hanno fatto un breve giro intorno alla fontana con un entusiasmato pubblico a seguito.

Da sottolineare in fine la qualità professionale e musicale dei componenti: a turno hanno eseguito un pezzo più o meno lungo di assolo spaziando dal classico caraibico al jazz-fusion.

Potenza Picena non ha mai brillato per saper cogliere questi eventi che l’organizzazione di estEUROPAovest porta nel nostro comune. Ironizzando con miziodel è sembrato che sia vietato l’ingresso ai giovani di Potenza Picena. Divieto rispettato in pieno, forse erano troppi 10€, il giusto, secondo me, che ho acquistato anche il cd.

Punti sulla Maiella

SalgariAgognata da diverso periodo, il sottoscritto insieme a Andrea ed ai Signori di San Girio, sono partiti per una tre giorni escursionistica incentrata sul Parco Nazionale della Maiella.

Sabato 31 maggio è stato dedicato al viaggio di andata ed alla visita di due interessanti luoghi del parco del Gran Sasso situato immediatamente sopra a quello della Maiella. La prima sosta è stata a Santo Stefano di Sessanio, borgo risalente al tardo Medioevo sormontato dalla torrione dal quale si può godere di una fantastica vista sia dell’abitato che delle vallate limitrofe. La cittadina è un altalenarsi di restauri rispettosi delle origini e casupole dimenticate e diroccate che non hanno più neanche il tetto, un mix molto affascinante che da al visitatore l’idea che i vecchi abitanti se ne sono andati da poco e tutto sia rimasto come all’epoca dei Medici di Firenze. Personalmente è la seconda volta che visito Santo Stefano e prendendo un panino per il pranzo, mi sono fermato nel negozio dove due anni fa mi si presentò la stessa scena, il papà che comandava qualcosa al figlio che, come per la precedente visita, lo ignorava completamente: anche le persone a volte sono come le pietre… Scenette del quotidiano a parte, Sextantio è indubbiamente da visitare ed eventualmente pernottare.

Seconda, ma non per questo tale, è stata la succesiva tappa di sabato: Rocca Calascio. Qui a quota 1500 si erge un piccolo agglomerato di case sempre risalente all’epoca medicea ma di costruzione più antica. E’ solamente una postazione militare, usata appunto per controllare le rotte commerciali. Intorno al torrione fortificato, vi sono i resti di un antico insediamento, mentre leggermente più in basso è possibile trovare un abitato più fitto e ricco ancora in uso, o meglio riscoperto da una famiglia che ne ha fatto sua dimora e lavoro. La loro interessante e coraggiosa storia è bene illustrata da Germano Antonucci. Riassumendo per grandi linee l’attuale abitato di Rocca Calascio, abbandonato intorno i primi del ‘900 è stato restaurato ed adibito ad hotel diffuso, oltre ai singoli appartamenti c’è una conveniente camerata per pernottare e godersi un posto a dir poco fantastico. Località indubbiamente da consigliare e se volete fare sosta nel parco del Gran Sasso… questo è sicuramente uno dei posti migliori. Sperimentato di persona. Continua a leggere