Lomomania

Incuriosito dal link postato da Rodolfo (Look Like Lomo Photography), mi sono un pò documentato sull’universo “lomo” e su tutto ciò che gira attorno alla “lomografia”.
Per chi non lo sapesse (es. me qualche mese fà), la lomo è una azienda sovietica che produceva macchine fotografiche, la particolarità di queste ultime è quella di esaltare o alterare i colori e i contrasti della foto…in pratica fà delle foto “fatte male” 🙂
Il bello stà proprio in questo, produce degli effetti straordinari e assolutamente innaturali, esalta i contrasti in modo estremo e data la particolarità della macchina (totalmente in plastica), raramente si ha lo stesso effetto 2 volte.
Questa estate ho voluto provare di persona e confesso che ci sono andato sotto di brutto!! La consiglio a tutti 🙂

Lascio qualche link nel caso qualcuno voglia dare un’occhiata:

Comunity italiana
Sito ufficiale della Lomography
Il mio Lomo Wall

Grazie Rod 🙂

Estate…

Nessun amore veramente da dimenticare, ma la sensazione dell’occasione persa, del capitano senza nave e del momento giusto per dare una svolta quando invece, il tedio e la noia non mi hanno portato neanche all’angolo dell’isolato. Queste sono le sensazioni di questa estate che con i raggi di un sole cocente, ha seccato quasi tutto e lasciato le solite miserie…

Ferragosto al Monte Bove

Francesco all'arrivo del monte bove

Stanco delle solite albe al mare, ho scelto di cambiare radicalmente e fatto rotta sui monti, precisamente sul Monte Bove nel Parco dei Sibillini.

Sebbene la partenza non è stata mattutina, l’impianto di seggiovia è stato di grande aiuto consentendoci di recuperare sull’orario e salire ad un discreta quota in qualche decina di minuti. Scesi dall’impianto ci siamo fatti tentare dal largo passaggio che prima risale la parte a sud e permette di scendere poi all’interno della valle. Poco dopo però, ci accorgiamo che il sentiero preso non consente la salita sulla cresta e decidiamo di tornare indietro e salire nuovamente verso la seggiovia e proseguire con la strada che collega i vari impianti. Terminata la strada dell’ultima funivia inizia un accenno di sentiero per diventare via via sempre più ufficiale e sicura strada verso le vette. Poco dopo aver intrapreso il sentiero l’attenzione cade sull’unico traliccio piazzato a ridosso della catena montuosa, lo scempio è lì da diversi anni, almeno dieci ma ora sembra che qualcosa, purtroppo, si sia mosso e qualche cavo sembra essere stato tirato, con alcuni altri penzoloni e sul terreno, che semi coperti dall’erba sono in oltre di intralcio e/o pericolo per l’escursionista. Proseguendo, il sentiero porta a salire velocemente in una sorta di scalinata che apre ai prati più in alto dell’anello del Bove e all’altra disgrazia che negli anni passati non c’era: la stazione d’arrivo della funivia che traversa la valle nella parte più chiusa e porterà un domani non si sa bene quale tipo di turismo (sempre che nel frattempo non lo allontani).

Il vostro cnquista la vettaContinuando con l’escursione, il tracciato oramai libero per i prati d’erba bassa prosegue pianeggiante ed in leggera discesa, scorre molto agevolmente ed in circa 45 minuti porta alla pendici della vetta più alta: il Monte Bove Nord. Le previsioni davano pioggia intorno alle 17,00 e preferendo il giro più completo, abbiamo scelto di aggirare la cima passando di fianco e proseguire verso la Croce del Bove. Con il senno del poi e un po’ di tempo a disposizione, mi sento di sconsigliare il passaggio laterale perché non c’è un tracciato ufficiale ed il versante, che ad una prima occhiata può sembrare più o meno agibile, si è rivelato un po’ scomodo con poco risparmio di tempo e con il risultato di una vetta non conquistata.

Ripreso il tracciato ufficiale avanziamo, scendendo ancora, verso il picco roccioso della Croce del Monte Bove. Il percorso finale di circa 20-30 minuti su roccia, ha perso buona parte delle segnalazioni bianco-rosse e bisogna prestare attenzione per non ritrovarsi fuori dal sentiero ufficiale e finire in punti molto esposti e quindi pericolosi. Per la cronaca, posso stimare che dall’impianto di seggiovia alla Croce del Bove sono passate circa 2:30.

Fatta la sosta di rito per il pranzo, era giunto il momento di ritornare indietro ma senza alcuna cartina, ci siamo fortunosamente affidati agli altri escursionisti che sapevano del percorso che portava a fondo valle. Proseguendo però per quella via, non saremmo tornati alla funivia e quindi stimato approssimativamente una quota tagliammo, con un breve ma intenso fuori pista, verso l’altra parte della valle congiungendoci con il largo sentiero che risaliva verso il valico a sud, quello che diciamo per errore avevamo inizialmente percorso in discesa. Rientro alla seggiovia in circa 2 ore.

Con l’aiuto (non da poco) degli impianti di seggiovia in funzione, l’escursione, sicuramente interessante, è breve e facile; occorre però sottolineare che il percorso fatto in relazione alla zona non consente di generalizzare in una salita all’andata ed una conseguente discesa, ma in un impegno fisico costante.