Magie bancarie…

La banca: per molti è il luogo ove ritrovare lo stipendio, per altri anche cassaforte di risparmi e per altri ancora luogo dove gestire il proprio bussines. Trattengono per noi il nostro denaro e su nostra indicazione lo spostano da questo a quell’altro conto, dal conto del nostro datore di lavoro al nostro.

Cifre quasi virtuali, immateriali, nessun banconota viaggia eppure, nell’era delle telematica, le banche trattano la nostra transizione con due distinte date: quella dell’operazione e quella della valuta. La data dell’operazione è semplice: indica il giorno in cui abbiamo ordinato l’operazione cioé quando siamo andati in banca per fare il bonifico oppure per incassare l’assegno dello stipendio. La data valuta invece è qualcosa che, in piena Information Technology, ha quel gusto insieme retrò e di finanza creativa alla Tanzi; rappresenta in soldoni quando noi possiamo considerare nostra quella data cifra, ossia da quando il nostro conto, magari in rosso, cesserà di farci pagare i centoeuno balzelli per non aver adoperato nostri soldi, oppure ancora, da quando l’infinatamente piccolo tasso d’interesse verrà calcolato su di un gruzzoletto leggermente più grande.

Da profano quale ero (e sono tutt’ora) il discorso mi sembrò di per se sconnesso, e per informarmi ancora meglio consultai un po’ di quelle scartoffie del c/c e scoprii che le date dell’operazione e della valuta erano diverse, ma c’è di più, oggi decido di inviare dei soldi e magia: scompaiono ipso facto dal mio conto, riposano nel limbo della finanza per 4-5 giorni et voilà prontamente recapitati (in data valuta) al destinatario. Ci vuole più tempo ai nostri soldi per muoversi attraverso la rete informatica delle banche che all’espresso Milano-Lecce ad arrivare nel Salento.

I primi istituti bancari risalgono a prima delle corrente elettrica e fare un transazione corrispondeva, veramente, nello spostamento fisico di un contabile che incontrava il rispettivo dell’altra banca e facevano quadrare i conti. Ma ora? Che cos’è questo tempo che intercorre? Dove va quotidianamente la massa di danaro che ogni giorno viene tolta dai conti correnti?

Ancora non ho saputo dare una risposta, forse semplifico un po’ troppo e magari le cose vanno in altro modo, magari c’è una procedura che ha bisogno effettivamente di quel tempo. Ma se così non fosse, le banche hanno dal canto loro un evidente e duplice guadagno: da entrambe le parti meno interessi a credito ed in caso di scoperto, l’estensione di qualche giorno di un succulento interesse, ma a debito dell’utente.

Presuppongo sia un grave comportamento delle Banche le quali usano questa doppiezza a loro uso e consumo senza che nessuno protesti; adusbef.it tace sulla vicenda e mi sembra che neanche l’arrabbiatissimo Grillo ha mai detto niente.

E voi che esperinza avete? Ho tralasciato qualcosa?
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