“Devozione” a S. Rosalia

Il lavoro è lavoro, ma quando uno non ha proprio voglia, inizi a fare chat con chi, magari, hai qualcosa da dirgli oppure, in questa storia, non aspetta altro, per dirti qualcosa. In buona sostanza iniziai a scambiare qualche battuta con musona, a riguardo dei suoi affari, dei suoi nuovi partner e vista la provenienza (Sicilia) ironizzai dell’eventuale collusione con la malavita.

La frasi, da chiare si fecero via via sibilliniche e l’impressione che ne trassi era che i nuovi soci erano si galantuomini, ma all’occorrenza sapevano bene come muoversi nel multiverso malavitoso della Trinacria. Rimasi sulle mie idee e la vicenda finì.

A questo punto, entra in scena (perché di messa in scena si parla), di Mizio che in una uscita insieme, si dimostrò preoccupato dei traffici dell’amico Musona, della sua veloce espansione e dei suoi nuovi soci. Aggiunse che fino ad allora aveva un dialogo aperto, anche sugli affari, ma da quel momento il Musona era sfuggente su tutta la linea, ed in particolare sulle nuove sedi. Temeva eventuali ritorsioni che i nuovi “amici” potessero più o meno fare e del dover trovare un altro ufficio quanto prima. (Per dovere di cronaca va detto che Mizio usa quotidianamente gli uffici del Musona per lavoro) Incaricandomi, in conclusione, di indagare ma con discrezione sul suo amico di vecchia data.

E’ passato del tempo, Mizio mi ha richiesto in più occasioni da indagare ma, vuoi per non riuscire ad attaccare bottone vuoi per il tempo, le indagini non sono andate avanti e sono rimasto con la mia visione del quadro generale.
Tutto sommato la vicenda era finita lì con sospetti e poco d’altro, quando Musona rianima la storia chiedendomi se quei certi amici potevano contare su di una seria tipografia. Mi ritrovai quindi messo in mezzo tra un possibile offerta di lavoro, l’opinione della prima ed unica chat con Musona, la quasi certezza dell’illegalità dei siciliani secondo Mizio.

Che fare? Proviamo, pensai, sentiamo che cosa gli serve, e poi ci regoliamo di conseguenza. Attendo una loro telefonata che mi arriva da Palermo ma dai toni che subito mi rimasero incomprensibili, si parlava di stampare vagamente dei santini per Santa Rosalia, ma che era una faccenda delicata, che la distanza non era un problema, di affiliazione etc. etc., messo un po’ alle strette gli diedi pure il numero di cellulare (grave sbaglio) e rimasti d’accordo che si sarebbe fatto sentire certo Tony Matranga, per spiegare bene la cosa.

Stesso giorno ma in serata vengo invitato da Mizio a cena e guarda caso c’è pure Musona. Ceniamo e poi, in separata sede, chiedo sempre a Musona informazioni e quant’altro su questi signori sedicenti di Trapani. Anche in questo caso non ho risposte alle mie domande, ma, ottengo una certezza: l’affiliazione della telefonata è proprio quella del Padrino. A questo punto le cose si fanno preoccupanti, Musona particolarmente irritato e messo nei casini cerca di spiegare la cosa al telefono ai siculi e, a conclusione delle indagini, confermo a Mizio che le sue preoccupazioni erano certamente fondate.
E quì il colpo di teatro finale: saputa la notizia Mizio si inca__a parecchio e chiede spiegazioni al Musona, che devia il discorso ed io con lui (oramai socio in affari), cercando almeno di rinviare la probabile rissa. La cosa stava quasi per degenerare quando… il tono della discussione cambia totalmente e Mizio se ne esce con un mp3 da farci ascoltare. Che centra adesso l’mp3 penso. Poi ascoltandolo bene, mi accorgo che era la registrazione della telefonata dei siciliani. (con la mia aggiunta della colonna sonora)
E’ bastato poco per rendermi conto che tutta la vicenda era uno scherzo, fatto ad arte da Musona supportato da Mizio, con la telefonata fatta da Macerata da un vero siciliano, ma truccando il numero. Non ne gioii tanto però, perché la morale della favola era che m’ero messo nei casini per non si sà bene per quale motivo, una discreta lezione da imparare e conservare con cura.

Ora sta a me muovere ma, come si dice, la vendetta è un piatto che va servito freddo…. e la porzione giusta sarà somministrata ad autori, sostenitori e perché no, un asssaggino se avanza anche agli spettatori, che informati sui fatti hanno fatto la loro parte.

P.S.: dalle volte il caso è sconcertante, da ieri 10 fino al 15 Luglio si celebra il 383° Festino di Santa Rosalia.

8 pensieri su ““Devozione” a S. Rosalia

  1. “dalle” volte resto veramente affascinato dal cosa possa significare avere nella propria cerchia di amici un cotanto uomo d’onore!!!

    baciamo le mani don Rodolo!

  2. ODE ALLA VIRGOLA (tra parentesi)

    Il lavoro è lavoro, ma quando uno non ha proprio voglia, inizi a fare chat con chi, magari, hai qualcosa da dirgli oppure, in questa storia, non aspetta altro, per dirti qualcosa.

    P.S.: Ma la “Sellerio Editrice” possiede un plico della storia?

  3. Ormai siamo tutti a conoscenza delle mirabolanti acrobazie sintattico-grammaticali del nostro Rodolfo. Dai giochi funambolici (frasi e parole che rimangono in equilibrio nonostante la mancanza di una lettera -tipo “Pizza Matteotti” – ) alle superbe partiture per gruppi percussivi-letterali(“Ventincinquennale”, che segue il ritmo delle danze Dogon), sino alle forme più estreme del teatro dadaista di strada (cui abbiamo un esempio splendido sin dall’incipit dell’articolo “””Devozione” a S. Rosalia” ).
    A questo punto cari amici io proverei a fare un esperimento volto sia all’arricchimento di una nuova pagina di poesia visiva, sia al nostro che all’altrui divertimento. Il testo a cui faremo riferimento è il seguente:

    Il lavoro è lavoro, ma quando uno non ha proprio voglia, inizi a fare chat con chi, magari, hai qualcosa da dirgli oppure, in questa storia, non aspetta altro, per dirti qualcosa.

    Vado ora ad illustrarvi le regole del gioco:

    -considerate questa frase come un’espressione matematica
    -al fine di giungere al risultato (comprensione) ponete all’interno di questa frase delle parentesi tonde,quadre e graffe
    -le frasi contenute tra parentesi tonde saranno le prime ad essere lette, successivamente quelle quadre ed infine le graffe.

    un esempio con una frase inventata:
    Non so se praticamente, insomma eccetera, puoi essere in grado se ti illustro il sentiero, cioè senza offesa

    Applichiamo ora le regole considerando che all’interno della frase si trova un “dato” superfluo:
    [Non so se praticamente, (insomma)] eccetera, [(puoi essere in grado se ti illustro il sentiero), cioè senza offesa]

    dove il risultato è:
    Insomma, non so se praticamente puoi essere in grado se ti illustro il sentiero, senza offesa. Eccetera.

    Buon divertimento dal vostro FLU

  4. quale genio potra’ mai concepire una simile vicinanza di pensiero tra l’ineffabile Rodolo e l’irraggiungibile e misterioso FLU?

    certo da buon principiante provo ad aggiungere del mio, sicuro di non riuscire nemmeno col binocolo a raggiungere tali vette:

    da http://www.holymount.it/?p=24:

    Si dice sempre …[nella vita non si sà mai…., ((anche come speranza perchè qualcosa vada per il verso giusto), (oppure anche per il caso opposto, (quando si spera che qualche altra cosa finisca e/o che duri), (un po ‘ come)))] …??fin che la barca và??….

    forse riordinabile linearmente in questo modo:

    Si dice sempre: nella vita non si sa mai!
    [si dice ciò] *anche* come speranza *perchè* qualcosa vada per il verso giusto,
    oppure, quando si spera che qualche altra cosa finisca e/o *che* duri, anche per *il caso opposto*
    [si dice cio’] un po’ come..

    [morale:] finche’ la barca và..

  5. Fine del gioco, ecco la soluzione:

    (Il lavoro è lavoro, ma quando uno non ha proprio voglia, inizi a fare chat con chi,) {[magari, (hai qualcosa da dirgli oppure),] come in questa storia, (non aspetta altro, per dirti qualcosa.)}

  6. Chiosando spulcio e prendo in prestito frasi dai commenti precedenti. Una poesia (o un piccolo testo) con poche frasi, tre righe appena dedicate ai giocatori intervenuti ed a chi, a suo modo, ha voluto fare un’invasione di campo con stile e discrezione.
    Buona lettura:

    Si dice sempre: nella vita non si sa mai!
    “dalle” volte resto veramente affascinato dal cosa scherzando si può dire, di tutto anche la verità.
    Fine del gioco, ecco la soluzione.

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