Morte al tir(anno) e vita al nuovo

Trasmetto quanto ricevuto dal nostro spanogamb, inviato sul pianeta silenzioso sulle tracce dell’Herzog, a beneficio degli amici di HM:

EX-HUMANS
sull’essenza del postumano
di Roberto Terrosi

Heidegger e la tecnica

Nella Questione della tecnica Heidegger distingue la tecnica in generale, con riferimento alla poiesis, dalla tecnica moderna.

Per prima cosa Heidegger accetta retoricamente, ma di fatto rifiuta, la concezione della tecnica come strumento in vista di fini. Egli infatti sembra in un primo momento approfondire il significato stesso della strumentalità, ma in realtà sta spostando il discorso sulla produzione attraverso il passaggio sulla causalità aristotelica. La strumentalità infatti è ripensata tra causa finale e causa efficiente. Continua a leggere

San Galantino

Riporto un interessantissimo articolo apparso sulla rivista “Altro Mondo” nel mese di Novembre 2005. Ringrazio per la segnalazione il nostro amico Libero Otto, troppo timido per postare direttamente il pezzo, e per la concessione Antonio Grassi Editore, che pubblica la rivista e che ne ha favorito la diffusione g-locale:

San Galantino approda alle "due sorelle"Una rara immagine del crocifisso di S. Galantino poco prima dell’approdo sulla baia delle “due sorelle“. Oggi questo oggetto è conservato gelosamente da padre Mario Antonelli (affettuosamente chiamato “don Geppo” dai suoi parrocchiani) nella chiesa parrocchiale di Santa Barbara. La statua, risalente ai primi anni novanta, è di ottima fattura sia per le alte proprietà plastiche che per la qualità del materiale utilizzato, inoltre altrettanto straordinaria è la sua storia.

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Kaltenecker.. e sai cosa bevi

Bene gente.. mi presento a voi proponendo una delle chicche partorite da un bellissimo viaggio a Budapest di qualche tempo fa. Dopo aver scorrazzato per la città per tutto il giorno, sebbene esausti e digiuni, la nostra cicerona Paola ci fa approdare su un barcone bordo fiume.. “evviva! si va con l’aperitivo” era il nostro pensiero… e invece no!

Scendiamo abbasso: in quella che una volta era la stiva del barcone avevano ricavato un’ottima sala concerti.. e tutti i posti o quasi erano occupati.. non ci resta che sederci a terra a due passi dal palco.. un po’ d’attesa e iniziano il concerto. Interessante, certo, ma niente di che :/

Quando eravamo ormai rassegnati ad un mediocre concerto in una splendida cornice, il primo gruppo lascia il palco.. già al secondo pezzo dei nuovi arrivati ci si rende conto che, è il caso di dirlo, la musica era cambiata! “come si chiamano?” “chi sono questi??” ci chiedevamo a vicenda nell’assordante stanzone: basso, batteria e testiera.. una forza della natura a cui le registrazioni non rendono abbastanza giustizia!

Presto conquistano le nostre orecchie.. e poco dopo i nostri cuori, mentre avvicendano pezzi soft-lounge a vere e proprie bufere progressive, per raggiungere picchi elevatissimi in quello che definirei un “jazz elettronico” eseguito con rara precisione..

Kaltenecker Trio.. ecco come si chiamavano! chissà che non possiamo presto risentirli.. intanto per i curiosi non resta che accontentarsi delle registrazioni che potrete trovare nel loro sito.